mercoledì 1 giugno 2016

Ho perso un sacco di treni ma ci arriverò lo stesso

Vivo la mia vita con la costante paura di fallire. In qualsiasi cosa. 
E’ una paura talmente viva e forte che mi immobilizza, mi impietrisce. 
Il fatto è che io nella vita ho fallito tante volte. Forse troppe. 
Ho sempre inciampato in tutto quello che facevo e continuo a farlo inesorabilmente.
Tutte quelle insufficienze a scuola, quegli esami non passati, quei pianti a tarda notte, quella sensazione di arrivarci sempre vicino ma non farcela mai. 
Ci sono persone che tutto sommato ce la fanno sempre: il fallimento non fa per loro; forse lo temono, ma non l’hanno mai visto troppo da vicino. Sono persone che io invidio tantissimo, perché non sopporto questa mia perenne incapacità in tutte le cose, anche le più semplici, anche quelle in cui dovrei riuscire senza problemi.

Per me la vita è una corsa affannata verso un traguardo irraggiungibile; un percorso ad ostacoli che mi rallentano, mi feriscono, mi indeboliscono. Non è vero che il fallimento ti rende più forte: il fallimento ti mortifica, ti indebolisce, ti distrugge. 
Io non lo so come sono arrivata fino a qua; so solo che se mi guardo indietro vedo un percorso disastrato e una miriade di errori che mi fanno sentire incapace di qualunque cosa. 
Fallire è inevitabile: non esiste nessuno che nella vita non abbia mai fallito, in grande o piccola scala. A meno che uno non si sia mai messo in gioco, al che andrebbero fatte delle considerazioni in merito all’utilità di una vita vissuta senza rischio.

Se c’è una cosa che ho capito, è che la vita è fatta di inciampi e singhiozzi. 
La nostra è una vita costellata da errori: alcuni minimi, alcuni enormi. 
Alcune persone hanno la straordinaria capacità di ascoltare i buoni consigli e limitare i danni, mentre altre, come la sottoscritta, hanno il vizio di sbattere la testa due, tre, dieci volte contro il muro, prima di capire che forse è meglio passare dalla porta. 
E io mi odio per questo, perché sarebbe tutto più semplice se imparassi a fare le cose bene, per tempo, senza nemmeno troppo sforzo. 

Ma perdersi è indispensabile quando si è giovani. 
Ci si perde, perché alla fine siamo così sicuri di dove vogliamo andare? 
Ci si perde perché non sempre la meta è la cosa più importante.
Chi non si è mai perso, non sa cosa sia ritrovarsi, dice Recalcati.

Io odio sbagliare, ma a volte è proprio quello che mi serve per capire che i miei obbiettivi e le mie capacità sono più grandi di un singolo errore.
Inciampare significa che se non altro stai camminando, che ci stai provando. 
E se cadi e ti rialzi, non credere che sia da tutti, non credere che sia normale, non credere che lo farebbero tutti. Perché non tutti si risollevano e ci riprovano. 
Molti si arrendono perché arrendersi è più facile; perché piuttosto che fallire ancora si dicono che in fondo non era così importante.
Io ho una paura tremenda di fallire, ma non mi sono mai fermata perché tutte queste botte prima o poi mi saranno utili. 

Un giorno ce la farò e mi ringrazierò.