mercoledì 13 aprile 2016

Scoppio di vita, scoppio d’amore.

A volte vorrei solo una bella storia d’amore, di quelle semplici, lineari; di quelle noiose da raccontare, che i tuoi amici ti vogliono uccidere ogni volta che ne parli. 
Di quelle che litighi per sciocchezze ma fai subito pace, che la sera ti guardi un film abbracciata e la mattina fai colazione con una brioche alla crema. Una storia di quelle che il weekend vai a Roma o a Venezia e fai tutte quelle cose da cessa tipo la foto con il gondoliere o la cena al lume di candela.
Una di quelle storie da foto di copertina da 150 likes, da commenti di amici e famigliari “oddio quanto siete belli” che vorresti morire dalla vergogna ma tanto cosa importa? Sei innamorato ed è quello che conta.

Io spesso penso a storie così e non mi ci vedo dentro nemmeno con il più grande sforzo mentale.
Forse io non sono fatta per queste storie da film, forse sono proprio io a non essere capace.
Non sono capace di dipendere da qualcun altro, sono talmente egoista da bastarmi.
Perché io ho vent’anni e non ho mai visto nell’amore una realizzazione, un obbiettivo. 
Le romanticherie sono sempre state un contorno, un impulso forte ma sempre controllato, calibrato. Non potevo perdermi, non anche in quello. Non potevo permettermi di distrarmi così. 
Da cosa, poi, è tutta un’altra storia.

Io non credo che l’amore sia necessario per completarmi: ho tanti progetti e ambizioni, una lista di posti da vedere e di esperienze da fare; una parete da riempire di cartoline, miglia aeree da collezionare, diari da scrivere, storie da raccontare; fotografie da scattare e albe da vedere. 
Nei miei progetti non c’è un uomo. Nei miei progetti ci sono io: grande protagonista di una vita memorabile. 
Questo non significa che io la mia bella storia d’amore non la voglia lo stesso: la voglio eccome, ma ho deciso di non aspettarla, né tantomeno di cercarla.
Ho deciso che se l’amore è una cosa così fantastica, straordinaria ed imprevedibile, forse è inutile che cerchi di sfidarlo. 
Forse devo solo accogliere ciò che viene senza pensarci troppo, senza avere paura.

Dicono che l’amore vero sia come i fantasmi: tutti ne parlano, ma solo pochi l’hanno visto davvero. 
Io non lo so se l’ho visto, l’amore vero. Non so nemmeno cosa sia. 
Cos’è l’amore? Esiste una definizione logica? Ma forse davvero razionalità e amore sono due rette parallele che non si incontrano mai e, se viaggi sulla retta della razionalità, sei proprio fregato e l’amore lo vedi solo da lontano senza mai toccarlo.

Ma allora come lo sai se sei innamorato? Se non ci sono regole, come ci si auto proclama amanti?
E’ un titolo che ti danno gli altri? O lo devi capire tu? 

Italo Svevo scrisse:

"– Chissà se l'amo? – È un dubbio che m'accompagnò per tutta la vita e oggidì posso pensare che l'amore accompagnato da tanto dubbio sia il vero amore.

C’è da dire che Svevo non delude proprio mai. 
Probabilmente ha ragione: è possibile che amare qualcuno sia semplicemente domandarselo.
Forse l’amore non è altro che un dubbio, un sassolino nella scarpa che non ti riesci proprio a togliere. 

Ma insomma:
“L’amore è come un fulmine: non si sa dove cade finché non è caduto.”
Inutile cercare di prevedere i fulmini, inutile ripararsi per paura che ti colpiscano.

Tanto vale ballare sotto il temporale.


Vittoria Alaska Calderara

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